Di cosa ti parlerò
Studi previsionali per la simulazione della dispersione in atmosfera delle Molestie Olfattive? …la soluzione ad un problema che non esiste.
“È inutile chiudere il recinto, dopo che i buoi sono scappati.
– Proverbio fiammingo
Hai mai giocato allo “Schiaffo del Soldato”? Quell’insensato gioco di gruppo, che era più una prova di coraggio e resistenza, a cui si consacravano i soldati di leva, per ammazzare il tempo? Per quanto potessi fare calcoli e previsioni, era praticamente impossibile intuire in anticipo, chi ti avrebbe tirato una tremenda palata su quella povera mano, appoggiata alla schiena!
…dovevi andare un po’ a naso e sperare che non ti incrinassero qualche costola!
Immagino che ti starai chiedendo cosa c’entri questo insano gioco, con il tema delle molestie olfattive, vero? È un’associazione mentale, che mi è venuta così all’improvviso, ma che ti sarà più chiara tra breve. Dovrai solamente seguirmi sino alla fine! …cercherò di essere breve, ok?
Modelli matematici per la simulazione della dispersione degli inquinanti in atmosfera.
Per avvicinarci un po’ di più alla questione, provo a farti anche quest’altra domanda: hai mai sentito parlare o ti hanno mai proposto di valutare, tramite modelli matematici, l’andamento previsionale della dispersione e delle ricadute al suolo delle emissioni odorigene prodotte dalla tua attività? Lo scopo sarebbe quello di valutare, prevedere e monitorare nel tempo l’impatto che queste molestie olfattive, possono determinare sul territorio circostante.
Perché ti chiedo questo? Qualche sera fa, stavo leggendo una newsletter, che trattava proprio di questo argomento. In estrema sintesi, tramite appositi software, è possibile elaborare specifici modelli matematici, in grado di simulare come i cattivi odori, prodotti in uno specifico impianto, possano diffondersi nell’atmosfera.
Questo permetterebbe, in funzione delle condizioni meteoclimatiche e dell’orografia della zona, di prevedere a priori quali aree limitrofe, potrebbero risultare maggiormente esposte da una loro ricaduta al suolo, e quale sarebbe l’entità del fastidio indotto dalla percezione di queste molestie olfattive.
Quanti ne esistono di questi modelli?
In commercio esistono diversi software, in grado di elaborare modelli di calcolo, per lo più gaussiani, lagrangiani o euleriani e, dei quali, qualcuno anche raccomandato dall’EPA (Environmental Protection Agency). Quello che fanno è analizzare e simulare la dispersione in atmosfera delle molestie olfattive, partendo da una dimensione locale ed arrivando sino ad una scala regionale (Screen3, Aermod, Isc3, Calpuff, Roads, Dimula, etc.).
In pratica, tutti questi software, possono analizzare diverse tipologie di sorgenti: dalle convogliate (come da: camino, scrubber, biofiltro, etc.), areali diffuse (discarica, stoccaggio rifiuti, depuratore, aie di maturazione da compostaggio industriale, etc.), nonché volumetriche e fuggitive (capannoni, sili e serbatoi, etc.), restituendo un simpatico e colorato elaborato grafico nel quale viene stimato: come, dove, quando e quanto, queste molestie olfattive possono diffondersi, e se possono arrivare o meno, a colpire eventuali ricettori sensibili limitrofi (abitazioni, scuole, ospedali, edifici pubblici, etc.).
Il responso grafico, è in grado di rappresentare: estensione, direzione, frequenza nonché la concentrazione delle ricadute al suolo, in funzione di diversi e possibili scenari ed in relazione anche, alle diverse condizioni meteoclimatiche, specifiche delle diverse stagioni dell’anno.
Come viene spiegato in tecnichese stretto: “la mappa che si ottiene, rappresenta la ricaduta delle molestie olfattive, in isoplete al 98° percentile delle concentrazioni orarie di picco, per 1, 3, 5 ouE/m3“
Si lo so che detto così possa risultare un tantino ostico, ma se lo traduciamo in soldoni, significa semplicemente che: vengono evidenziate le aree dove viene sistematicamente superata la soglia olfattiva, riferita ad un’intensità di emissione odorigena massima e, nelle condizioni peggiori misurabili nel corso di un intero anno.
La mappa individua quindi nel territorio colpito, 3 aree solitamente concentriche, dove con il valore di 1 ouE/m3 si vuole indicare che solamente il 50% della popolazione è riuscita a percepire l’emissione odorigena, mentre con la isopleta 3 ouE/m3 si sale all’85% e con 5 ouE/m3 si arriva addirittura al 90-95% della popolazione colpita dalle molestie olfattive.
Perché è importante effettuare questi studi?
Il motivo di fondo di tutti questi studi, è semplicemente perché le molestie olfattive prodotte da attività industriali o zootecniche, possono generare un disturbo tale, da limitare fortemente la possibilità di utilizzo del territorio, in contrasto con quanto previsto invece, dalle pianificazioni adottate.
Ovvio che aree diverse, avranno anche sensibilità diverse. Cosa voglio dire, se consideriamo una suddivisione delle aree in: agricola, residenziale, industriale, commerciale ed artigianale, appare ovvio che una zona come quella residenziale possa essere sicuramente molto più sensibile e la percezione delle molestie olfattive possa limitare fortemente la fruibilità di questi spazi. Mentre magari, in una zona agricola la presenza di una moderata noia olfattiva, potrebbe non rappresentare un grosso problema all’utilizzo dell’area.
A questo punto, fatta la necessaria e doverosa premessa, come direbbe Antonio Lubrano: “la domanda sorge spontanea“.
La domanda non è “come?”, …la domanda è “perché?”.
Se hai già letto qualche altro mio articolo, allora credo che tu conosca già il mio personale punto di vista in merito alle molestie olfattive, ossia: “il cattivo odore, non deve mettere il naso fuori dalla porta!“.
È mia ferma convinzione che tutte le emissioni odorigene, debbano essere eliminate immediatamente e proprio lì dove vengono prodotte.
Sì, so bene che si tratta di analisi previsionali, che ancora vengono richieste per valutazioni dell’impatto olfattivo ai fini dell’ottenimento di eventuali Autorizzazioni (A.I.A., A.U.A., etc.), ma seriamente, ho difficoltà a comprendere la logica di realizzare uno stabilimento produttivo, che si sa già in partenza che sarà maleodorante, dal quale poi, ipotizzare di lasciar fuggire via indisturbate tutte le emissioni odorigene, spendendo dei soldi per studiare come queste si diffonderanno nell’atmosfera, dove andranno a ricadere e soprattutto a chi andranno a disturbare.
Se sai già in partenza che il tuo impianto puzzerà, perché spendere soldi per cercare di capire in anticipo, a chi toccherà subire questa puzza?
Pensa che addirittura, alcuni tra i software di cui ti accennavo prima, come ad esempio il TOMS, ha perfino un sistema integrato in grado di rappresentare e gestire anche le segnalazioni o le denunce che arrivano dalla popolazione vicina, in seguito alle molestie olfattive, ed abbinabile anche ad un sistema di monitoraggio in continuo, costituito da nasi elettronici.
Ma veramente, …ma chi te lo fa fare?
Non sarebbe molto meglio invece, investire quei soldi per farti installare un sistema di trattamento odori, in grado di eliminare completamente e definitivamente alla fonte, tutti i miasmi prodotti dalla tua attività, per poi poter lavorare tranquillo, senza doverti angosciare al pensiero che il vento possa girare male ed andare a molestare magari proprio quel comune vicino, dove c’è un sindaco particolarmente suscettibile?
…sarà che a me piace vivere tranquillo e dormire bene la notte…
La Normativa Nazionale ci ha messo poi, anche il carico da 11
Considera che il distacco dalla vita rurale e bucolica, ha oramai reso il nostro olfatto molto più sensibile ed intollerante ai cattivi odori e quando ci capita vicino a casa una qualsiasi attività maleodorante, subito denunce, segnalazioni e lamentele, fioccano all’ordine del giorno. …ma immagino che se lavori nel settore, non ti stia dicendo nulla di nuovo! (se ti va, leggi anche l’articolo: Odori Molesti Normativa)
È soprattutto per questo, che il Governo italiano, su delega del Parlamento, ha deciso di infilare, un po’ a forza, un nuovo aggiornamento nel Testo Unico Ambientale, specificatamente dedicato alla regolamentazione e controllo delle emissioni odorigene.
Giusto per darti un’idea, è stato rilasciato il nuovo art. 272-bis del D.Lgs. 152/2006, con il quale, sono stati dati pieni poteri alle Regioni di legiferare autonomamente in materia di molestie olfattive, nel proprio territorio e, data carta bianca agli Organi di Vigilanza che, in sede di rilascio delle autorizzazioni ed in funzione della tipologia, della gestione e della localizzazione degli impianti maleodoranti, potranno prescrivere sia limiti più restrittivi alle molestie olfattive – rispetto a quelli stabiliti o che stabilirà la Normativa Regionale – sia prescrivere appositi piani di contenimento, soprattutto, se nelle immediate vicinanze, saranno presenti ricettori sensibili.
Conclusioni
Oramai, sul mercato, sono disponibili numerose tecnologie per il trattamento odori, specializzate, ultra-collaudate ed estremamente efficaci, in grado di eliminare definitivamente tutte le molestie olfattive, nella quasi totalità degli stabilimenti industriali, per la gestione dei rifiuti: abbattimento odori depuratore, compostaggio industriale, discarica, stoccaggio rifiuti (imballaggi in plastica, vetro, carta, etc.), sia in attività produttive (petrolchimico, mangimificio, allevamento zootecnico, oleifici, farmaceutici, etc.), anche pericolose, come zone ATEX o per il potenziale rischio di fughe di Gas Tossici.
Veramente, non ne vedo il senso di farsi fare uno studio, per prevedere da quale comune vicino, ti arriveranno i cosiddetti schiaffi del soldato.